Ottobre 5, 2024

È di pochissimi giorni fa la notizia dl ben 9 arresti, e molti altri indagati, per corruzione e altri reati in merito alla costruzione dello stadio della As Roma a Tor di Valle, dove vegeta in uno stato di abbandono l’ex ippodromo. La bufera sul comune di Roma governato dal Movimento 5 Stelle imperversa e sono di oggi le prime dichiarazioni di Parnasi, detenuto ora in carcere con una serie di reati a lui impuntati. Le carte dell’indagine sulla corruzione per la costruzione del nuovo stadio, di cui comunque non è nemmeno stata posata la prima pietra, rivelano il cosiddetto “metodo Parnasi”, un modo di fare anni 80, come definito da chi ci ha avuto a che fare in passato, fatto di regali, favori e assegnazioni in cambio di un trattamento di favore per l’assegnazione di importanti commissioni pubbliche. Un soggetto indolente e abituato a questo tipo di sistema come se fosse la routine, nessun pentimento da parte di Parnasi che viene dipinto in questo modo dagli inquirenti della procura di Roma. I suoi agganci per tessere relazioni negli ambianti di governo stanno venendo a galla grazie agli inquirenti che hanno svelato un sistema corrotto che coinvolge anche molte forze politiche, anche di schieramenti opposti.

Pransi dal carcere replica e lascia ai media le sue dichiarazioni di difesa, sostenendo che di esser innocente ed estraneo al modus operandi che invece hanno dipinto gli inquirenti a capo dell’indagine. Dal carcere di san Vittore, Parnasi attende l’interrogatorio di garanzia, lasciando comunque trapelare qualche anticipazione. L’imprenditore indagato sostiene di non aver commesso alcun tipo di reato e di aver lavorato sodo per la realizzazione del progetto, per chi pare sia stato pagato oltre 90 mila euro in veste di consulente chiamato dalla giunta Raggi.

Tra gli indagati moltissimi nomi noti, come Francesco Prosperetti, responsabile del vincolo sulle tribune dell’ex ippodromo, poi archiviato, ma che avrebbe creato problemi per la stesura del progetto del nuovo stadio. Indagato anche Claudio Santini, ex capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, che secondo la procura ebbe contatti con Prosperetti in merito al vincolo, poi tolto, corrispondendo ugualmente un lauto compenso. Le indagini rivelano, inoltre, che Parnasi per poter ottenere le dovute autorizzazioni per la realizzazione del progetto dello stadio della AS Roma avrebbe elargito somme di denaro a diversi politici, tra cui anche facenti parte della giunta capitolina. La bufera in Campidoglio non si placa, anzi, a causa delle intercettazioni tra Parnasi e una sua collaboratrice, alla quale detta una serie di nomi seguiti da cifre: sarebbero queste le prove a sostegno della tesi di corruzione, sostenuta dalla presenza di fatture false.

La corruzione pare arrivi anche ai vertici del Coni. Sono infatti da chiarire i rapporti tra l’imprenditore e il presidente Giovanni Malagò che pare abbia fatto incontrare Parnasi con il compagno della figlia, certo Gregorio, per poter garantire all’imprenditore un’opportunità professionale. Va chiarito se questo incontro sia stato organizzato dopo avere elargito dei favori in denaro al presidente del Coni o meno.