Ancor prima di approfondire la figura dell’investigatore privato, è fondamentale porre l’attenzione su come funzionino davvero le prove legali. Spesso, infatti, ci sono molti dubbi a riguardo: è effettivamente legale assumere un investigatore privato o rivolgersi a un’agenzia di investigazione? Assolutamente sì. Se le prove in questione vengono raccolte in modo legale, nei limiti previsti dalla legge e in particolare dal Decreto Ministeriale, possono essere utilizzate in tribunale e, anzi, possono tornare piuttosto utili, soprattutto nei casi di divorzio, separazione.

Come investiga un detective privato?

Come funzionano davvero le indagini di un investigatore privato? Non è un pubblico ufficiale né comunque appartiene alla polizia giudiziaria, ma al giorno d’oggi la sua figura è regolamentata dalla legge. Si deve infatti ottenere una licenza prefettizia per riuscire a svolgere le indagini, in modo tale da raccogliere dei dati o degli elementi che poi saranno utili al cliente.

Rivolgersi ad un investigatore privato, in ogni caso, è un’ottima idea. Nel momento in cui si ha il bisogno e la necessità di raccogliere del materiale o delle prove che possono riguardare procedimenti civili e penali è assolutamente consigliato assumere un investigatore privato. Quest’ultimo poi è utile anche nel caso in cui si presentino dei problemi familiari, e non riguarda solo l’infedeltà coniugale, ma anche la tutela familiare e la sicurezza personale. Lo stesso concetto si applica anche per le aziende.

Come funziona la raccolta di prove legali?

Nello specifico, la raccolta di prove legali da parte di un investigatore può avvenire solamente seguendo la legge. Per esempio, non si può in alcun modo raccogliere determinati elementi negli spazi privati, ma solo pubblici. In ogni caso, sì, proprio come avviene nei film, il pedinamento è un grande classico per gli investigatori, ma non solo.

Ovviamente può riprendere dei filmati o scattare delle foto, l’importante però è che tutto ciò avvenga in luogo pubblico o aperto al pubblico, e non negli spazi privati. In taluni casi può anche arrivare a registrare delle conversazioni che avvengono mentre è presente. Se poi si ottiene il consenso, può anche effettuare dei sopralluoghi.

Dal punto di vista invece di ciò che non può fare, sicuramente non ha il permesso di introdursi nei luoghi privati senza avere ottenuto il consenso. Allo stesso tempo non può intercettare delle telefonate né accedere a conti correnti o a dati che sono protetti dal Garante della Privacy. Bisogna anche tenere presente che questi aspetti sono puniti dalla legge e in modo piuttosto severo, dunque il materiale raccolto sarebbe del tutto inutile e potenzialmente nocivo.

Quando portare le prove legali in tribunale?

A tal proposito, è possibile approfondire il Decreto Ministeriale 269/2010 per quanto riguarda il pedinamento e le riprese video e foto consentite per legge. In base a quanto espresso dal D.M., è possibile anche fare dei pedinamenti con il GPS. La giurisprudenza si è espressa a favore e positivamente a riguardo, in quanto è un’attività di pedinamento e non è considerata un’attività di intercettazione.

Un altro aspetto da considerare è che il pedinamento degli investigatori privati non è punibile per legge (come previsto dall’articolo 660 del Codice Penale), dunque non rientra in attività moleste che possano ledere alla sfera di libertà. Le prove in tribunale devono essere portate seguendo la legge, ma ancor di più possono essere presentate di fronte a casi di infedeltà coniugale, per problemi lavorativi (abusi della Legge 104, denunciando così gli impiegati in questione) e molte altre casistiche.

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